L’Holiday Working e la casa, alias l’Airbnb, come nuovo modello di spazio da vivere ed abitare

Il binomio di “holiday” con “working” suona bene ed immediatamente evoca immagini e sensazioni positive. Due concetti che sono quasi sempre in antitesi fra loro, le vacanze da un lato, ed il lavoro dall’altro, vengono associati e non più contrapposti.
Conditio sine qua non dell’holiday working è quello di lavorare da remoto ma non da casa propria, piuttosto da una location che viene scelta anche quale meta della propria esperienza di viaggio. Si unisce il lavoro al piacere di viaggiare ed esplorare un luogo nuovo.
Non si tratta di partire per un viaggio di lavoro, piuttosto si tratta di viaggiare per il piacere di farlo, portando sempre con sé il proprio laptop, così da poter lavorare from anywhere; per dirla con Airbnb:
Live Anywhere, Taking Life on the Road

L'essenza dell’holiday working: vivere e non vivere per lavorare, migliorando il proprio stile di vita
Prima della pandemia, l’Italia non era certo tra i paesi che si distinguevano per lo smart working; lavorare da remoto rappresentava una vera rarità. Il 2021 sarà l'anno digitale per eccellenza e il remote working diventerà sempre più la normalità.
Se oggi lo smart working può essere percepito come una variante al recarsi sul luogo di lavoro e persino una necessità, dall’altra, la sua condizione di ‘mobilità’ permette di non rimanere ancorati ad un luogo specifico; grazie ad un bell’Airbnb vista mare si può ugualmente assolvere al nostro compito di zelanti lavoratori.
In una società sempre più connessa, dove il luogo è “mobile” e la condivisione consente il confronto con chiunque ed in qualunque momento, ecco che l’holiday working rappresenta la nostra risposta sia alle esigenze lavorative, sia alle nostre esigenze umane più intime, come appunto viaggiare e conoscere.
Viene a mente il nuovo modello lavorativo che aveva proposto la premier finlandese Sanna Marin suggerendo un orario di lavoro flessibile: quattro giorni lavorativi a settimana ed una giornata lavorativa di sei ore, che in Svezia è stata introdotta nel 2015.
Tradotto: avere più tempo per se stessi e la propria famiglia, coltivare hobby ed altri aspetti della vita, come la cultura ed i viaggi; ovvero vivere, e non vivere per lavorare.
Airbnb e l’holiday working: spazi che stimolano la creatività, secondo una nuova concezione di casa
Per molti di coloro che hanno la possibilità di poter fare il proprio lavoro da remoto, proprio dopo il lockdown, si è accesa la voglia di provare a vivere una vita più “nomade”, più libera da vincoli ed orari, e se vogliamo più “avventurosa”.
Secondo il recente sondaggio di Airbnb, che analizza il modo nel quale i viaggiatori USA andranno a ridefinire i loro viaggi nel 2021:
“In 2021, travel will continue to be less about tourism and more about living, working and connecting safely away from home.”
Basti pensare che la presenza del wi-fi nella scelta del proprio soggiorno su Airbnb caratterizza ormai 1 ricerca su 2, e questo vale anche per l’Italia.
La casa, alias l’Airbnb, che viene presa in affitto per periodi non più brevi ma sempre più lunghi (in genere da 2 settimane in su), può quindi diventare lo spazio ideale sia per vivere bene che per lavorare in libertà, il connubio perfetto tra lavoro e vacanza, ma sempre sentendosi a casa, come Airbnb ci ricorda: “Sentiti a casa, ovunque ti porti il lavoro”.
In quest’ottica, l'airbnb dovrebbe essere ripensato come un ambiente accogliente, sostenibile, funzionale, e rilassante, che aiuti la nostra concentrazione stimolando la nostra creatività; uno spazio però che si distingua sempre per il proprio stile e design.
Ambienti smart ed high-tech in location suggestive

Una casa smart ed high-tech, spesso in location suggestive e talvolta anche spettacolari.
Lo spazio abitativo ideale per gli holiday workers avrà una cucina super attrezzata (dalla lavastoviglie al robot aspirapolvere), una zona living rilassante con smart tv di grandi dimensioni e ad alta risoluzione, una zona di lavoro dedicata con scrivania, seduta ergonomica, ottima illuminazione e, se possibile, uno sfondo adatto per le videoconferenze.
Infine, la presenza di piante ed elementi naturali, una connessione ultra veloce e magari un assistente vocale.
Una finestra con vista e/o un piccolo giardino (per i più fortunati) sarebbe il top; 2 requisiti che, dopo la pandemia, sembrano essere sempre più richiesti, insieme a location suggestive, magari immerse nel verde.
Così come Airbnb ha rilanciato sia la sua mission aziendale sia il suo business puntando sulla filosofia dell’holiday working, così le destinazioni turistiche di tutto il mondo si stanno riorganizzando, ridisegnando la propria strategia turistica alla luce di questo nuovo target business di remote working.
A proposito di location veramente suggestive e spettacolari, sempre per i più fortunati, perché non fare holiday working da Dubai? Ottima qualità della vita e spiagge da sogno in una capitale all’avanguardia ed interconnessa, autentico hub futuristico per il commercio globale e la crescita delle imprese.
Holiday working ed Airbnb, una combinazione vincente

Stando sempre al sondaggio di Airbnb, si guarda oltre, andando alla ricerca di esperienze di viaggio uniche in Airbnb unici nel proprio genere (dalla casa fronte mare alla casa sull’albero fino alle glamping domes), ed in molti casi non necessariamente così lontano da casa propria o dai propri affetti, un’evoluzione della staycation.
Tra le domestic locations più popolari troviamo infatti località sciistiche e città di mare, e luoghi immersi nella natura, spesso vicini alle grandi città.
Un modello, quello dell’holiday working, che può valere non soltanto per i solo travelers quali i nomadi digitali, ma anche per chi ha famiglia, come è accaduto questa estate anche in Italia. Una volta finita la scuola, perché non lavorare da una casa sulla spiaggia, da uno chalet in montagna, o da un bel casale in campagna?
La casa diventa il luogo ideale per eccellenza che unisce la vacanza al lavoro, lo spazio perfetto per lavorare migliorando la propria qualità della vita, mentre si esplorano nuove destinazioni, senza comunque rinunciare del tutto a quella socializzazione alla quale tutti ci auguriamo ben presto di poter tornare.
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