Questa nuova rubrica, iniziata a metà aprile, ha già fatto un bel percorso e tramite essa sono cresciuta sia a livello umano sia a livello creativo. Ascoltare gli altri, cercare di interpretare il senso delle loro parole, suggerire un'espressione o un'immagine è un'esperienza bella e appagante e ho deciso, unitamente al board di dotFlorence e Turismo Digitale, di allargare il panorama dei protagonisti a cui offrire la possibilità di un'intervista. In questa ricerca mi sono imbattuta in Matteo Gazzarri, Creative Art Director di Riprese Firenze e woodcraft master!
Leggere le risposte di Matteo ti permette non solo di scoprire un mondo davvero affascinante come quello di creare contenuti visual per brand, aziende e privati ma di imparare qualcosa di fondamentale come le fasi che precedono un processo creativo.
Ma andiamo a scoprire di più su Matteo e sulla crew di Riprese Firenze!
1. Ciao Matteo, iniziamo dalle formalità, ti presenti?
Ciao, io sono Matte, o Gazza se preferite, in pochi usano il mio nome di battesimo completo, neanche mia mamma. Ho 35 anni e una grande passione per la comunicazione e le storie, non solo come oggetti del pensiero con cui raccontiamo fatti ma come strutture attraverso le quali interpretiamo la realtà. Lavorativamente sono stato tante cose: un giornalista radiofonico, un tecnico delle luci in teatro, un regista di eventi live e ovviamente un filmmaker. Oggi sono un Creative Art Director, mi occupo di creatività e impostazione visiva di progetti di comunicazione, soprattutto in ambito video. Come Hobby suono l’ukulele e faccio cucchiai di legno, ma questa è un’altra storia.
2. Ho visto il vostro sito, spiato in tutti gli angoli e letto il blog, ma vorrei che ci raccontassi tu come nasce il progetto Studio Riprese Firenze …
Sono entrato a far parte dello studio accogliendo l’offerta di Niccolò Di Vito, socio e “partner in crime” di molte avventure.
Nasciamo come molte altre società ma credo sia più importante provare a spiegarti il “perché” più del come. Siamo entrambi ossessionati dalla comunicazione video e convinti che il video è, oggi più che mai, lo strumento con il quale raccontare storie, di ogni tipo, ma anche e soprattutto per il business. Il nostro credo è sempre stato quello di fare video utili, creare cioè prodotti comunicativi che servano al cliente che ce li commissiona per migliorare il suo dialogo con il proprio pubblico di riferimento (e in ultima analisi con i suoi clienti). Siamo partiti in 2, ora siamo in 6, domani speriamo di conquistare il mondo a colpi di creatività.
3. Per scaldarci un po’ prima di entrare nel vivo dei video e della costruzione delle vostre “storie” vorrei sapere quali sono gli aspetti che ti piacciono di più del tuo lavoro e quelli, se ci sono, che ti piacciono di meno?
Sono un indomabile curioso e mi annoio facilmente, il mio lavoro ha di bello che mi aiuta in entrambi gli aspetti. Mi dà l’opportunità di conoscere tante persone, tanti luoghi e di ascoltare tante storie, di confrontarmi con molte e diverse esigenze di comunicazione, problemi o obiettivi a cui cercare di dare risposte. É difficile annoiarsi facendo tutto questo.
Una parte che mi piace meno è che servono tante energie, lucidità, prontezza di pensiero ma anche di azione, come ad esempio sul set. Il nostro lavoro è per buona parte risoluzione di problemi e imprevisti. Non ti nego che a volte mi piacerebbe stancarmi un po’ meno, ma se ci tieni è difficile staccarsi una volta che sei in ballo, è un prezzo da pagare.
4. Quali sono gli step fondamentali per costruire un progetto di comunicazione video?
E’ una domanda con un respiro davvero ampio, provo con un breve decalogo:
Ascolto: bisogna capire cosa vuole chi hai davanti, le sue richieste, i suoi obiettivi.
Analisi: capire la storia del tuo cliente, la sua unicità o quella del suo progetto o prodotto
Studio: cosa c’è già nel mondo della comunicazione di simile, cosa ha successo, perché. Dove deve posizionarsi il progetto, online? su quali social? offline? in una fiera? per la comunicazione interna di un’azienda?
Creatività: per noi sempre un mix di verticale e orizzontale, nel team qualcuno lancia un’idea, insieme la sviluppiamo. Ci sono molti modi per farlo ma non posso rivelarti la ricetta 🙂
Progettazione: significa mettere su carta il progetto, qualsiasi idea, campagna video o fotografica deve funzionare ancora prima di essere realizzata. Deve farti dire “wow” e possibilmente non “è proprio quello che mi aspettavo” ma piuttosto “a questo non avevo pensato”.
Da qui in poi c’è la produzione fatta di tante bellissime parole inglesi mutuate dal cinema: Storyboarding, scouting location, casting, styling e poi finalmente lo shooting. A volte siamo in 4 a volte in 20, anche questa variabile è divertente, non esiste uno standard di produzione, ogni progetto è diverso.
5. Collaborando con una web agency so che è assolutamente fondamentale il rapporto che si crea con il cliente per riuscire a realizzare un sito che rappresenti al meglio la vision dell’azienda, le foto e le immagini hanno un ruolo fondamentale ma da sole non sono sufficienti. Nella creazione di uno spot le immagini vanno accompagnate dai contenuti testuali, da una voce narrante, dalla scelta di brani musicali e da una regia che metta insieme tutti gli elementi al fine di creare un vero e proprio film breve... Quanto influisce il rapporto con il cliente per la buona riuscita di un video e quanto pesano la vostra creatività, la vostra esperienza personale e la vostra sensibilità?
Sono tutti fattori che hanno il proprio peso; nel portare avanti quegli step che ti dicevo sopra cerchiamo di creare un rapporto con il cliente, da parte nostra c’è ascolto, da parte sua speriamo fiducia. Anche qui si parla di un rapporto che prima di tutto è umano quindi sensibilità ed esperienza sono importanti. Spesso quando si affronta un progetto di comunicazione i clienti non sanno quello che vogliono, o vogliono troppe cose, o vogliono cose che per esperienza sappiamo che non funzioneranno, ma noi non portiamo “la verità” portiamo la nostra visione, se diventi nostro cliente vuol dire che questa visione creativa ti ha convinto, quindi siamo già un passo avanti.
6. Parliamo del video che ha fatto sognare un po’ tutti e ha rappresentato un fantastico esempio di content marketing in tempo di crisi. Mi racconti com’è nata questa bellissima idea?
To Humans from Florence è un progetto a cui tengo molto, perché è quella che chiamerei una creatività libera, è una cosa che come singolo e come studio abbiamo deciso di fare perchè ci credevamo e lo volevamo fare per noi e per la città in cui viviamo e che amiamo (non a caso la portiamo anche nel nostro nome).
L’idea è nata mettendo insieme tante piccole intuizioni. Il lockdown era una situazione senza precedenti, ci costringeva a vivere chiusi in casa, ad abbandonare le nostre città, le piazze del nostro bel paese erano deserte, vuote, silenziose. Ma questo lo vedevano e lo raccontavano già tutti. Ho iniziato a chiedermi se Firenze era davvero deserta, se qualcuno era rimasto in queste piazze vuote.
E’ qui che sono arrivate le statue. Abbiamo deciso di provare a cambiare punto di vista, se noi abbiamo abbandonato la città abbiamo abbandonato anche David, Biancone, Perseo, li abbiamo lasciati soli. Chissà che cosa penseranno? Come vivono questo momento? gli manchiamo? Loro che vivono un tempo diverso dal nostro e ne hanno viste tante che cosa possono o vogliono dirci?
Il video è la risposta a tutte queste domande, oltre che una dedica alla bellezza sconfinata di Firenze.
7. Il periodo di quarantena appena concluso ha rappresentato un’opportunità unica per i videomaker e per i fotografi di tutte le città del mondo che hanno immortalato strade e piazze vuote con il contributo straordinario di molte giornate splendide. La “città vuota”, la luce perfetta (senza doversi alzare all’alba!), il tempo a disposizione, hanno rappresentato davvero un’occasione ideale per voi videomakers? E quanto questa combinazione di fattori ha influenzato la vostra creatività?
La luce migliore è sempre all’alba e all’alba la città non era così diversa, neanche durante il lockdown, ma quando il sole si alza, il rumore aumenta e la vita invade le strade le cose cambiano; questo però, durante il lockdown non succedeva.
Vedere Il Duomo o piazza Signoria deserte a mezzogiorno, piazzale Michelangelo vuoto al tramonto, questo ci ha colpito profondamente, perché era qualcosa di unico, nessuno aveva mai visto quei luoghi così e speriamo tutti di non rivederli. Questa unicità ha creato l’occasione ideale per documentare il presente, la flessione che anche noi abbiamo subito sul fronte lavorativo ci ha dato tanto tempo ed entrambe queste condizioni ci hanno dato le basi e la voglia di fare qualcosa. Creare THFF è stata la nostra risposta a tutto questo, provare a cogliere un’occasione che tutti le agenzie di comunicazione avevano, ma farlo in una maniera nostra, originale.
8. Parliamo dei social: quali sono i social più adatti a comunicare e condividere i vostri contenuti?
Noi lavoriamo principalmente per il web, ma oggi dire web è veramente troppo generico. Non esiste un social più adatto di altri per condividere un contenuto, ma esistono contenuti creati appositamente per essere condivisi su uno specifico social. Se vuoi fare una campagna su Instagram ti creeremo dei contenuti, come ad esempio delle stories, se vuoi farla su Facebook cambieremo i formati dei video da 16:9 a 4:5, diverso ancora se vuoi far crescere un canale Youtube o ti servono contenuti da inserire sul tuo sito web. Durata, formato e linguaggio cambiano a seconda dei social. Non esiste un contenuto che va bene per tutto a meno che quello stesso contenuto non sia rielaborato ad hoc per ogni piattaforma. Noi lavoriamo così; chiediamo, dove va il tuo video? e da lì pensiamo al contenuto migliore.
9. Seguite un piano editoriale preciso o semplicemente condividete i vostri video che già offrono contenuto e contesto sufficienti?
Un piano editoriale c’è sempre, è quello che ci piace chiamare “neverending storytelling” un racconto continuo di sé. Anche noi siamo un brand e un’azienda e abbiamo bisogno di raccontare chi siamo e cosa facciamo. Ogni progetto, ogni lavoro svolto va contestualizzato, non vogliamo far vedere solo i nostri lavori ma raccontare anche perché sono stati fatti in un certo modo.
10. Ho visto e apprezzato molto anche il video realizzato insieme al Florence Convention Bureau che in un momento del genere rappresenta la fotografia del momento appena concluso … ci racconti com’è nato?
A questo punto facciamo entrare in scena Niccolò di Vito, socio nonché direttore creativo dello studio, che ha seguito personalmente il progetto.
Eravamo nel pieno del lockdown e ci siamo divertiti a rispondere ad una domanda che ci incuriosiva: cosa stavano facendo in quel momento, chiusi in casa, i direttori dei musei, quelli degli hotel 5 stelle, gli chef, i musicisti, gli artisti e tutti i personaggi che nella vita normale esprimevano eccellenza attraverso i loro brand?
Ci siamo risposti che probabilmente continuavano ad esprimere la stessa eccellenza e da lì è venuta l'idea di raccontare questo quotidiano.
I video user generated stati una costante delle produzioni in quarantena, sono una tipologia di format che ricerca la semplicità e la schiettezza del messaggio a discapito talvolta della cura fotografica. Sono video con una forte carica di engagement a livello social perché mostrano l'intimità reale dei soggetti e vengono subito percepiti come Veri. La parte più divertente ovviamente è stata la direzione a distanza. Io e Gazza chiamavano i protagonisti via zoom e li guidavamo all'interno delle loro case con consigli di inquadratura, luci e recitazione. Ecco, dirigere un video da casa è qualcosa che mi piacerebbe rifare, anche fuori dal lockdown. Non perdiamole queste belle abitudini.
Approfittate della Fase 2 e di una permanenza ancora molto legata al luogo di casa, per approfondire le vostre conoscenze del web marketing per il turismo extra-albeghiero con il team di Turismo Digitale! Partecipate ai prossimi webinar gratuiti in diretta su Facebook insieme a Marco de la Pierre, Paolo Ramponi, Alessandra Andreani, Marco Boni, Marco Nicosia e Luca Parri!
by Alessandra Andreani
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